Leggendo “Il ritiro sociale negli adolescenti”, curato da Matteo Lancini, pubblicato nel 2019 per Raffaello Cortina Editore, ho trovato una particolare sintonia tra quanto scritto dagli autori e la mia visione analitica. In particolare, nel capitolo XI°, si accenna alle nuove cosmogonie con cui gli adolescenti di oggi devono cimentarsi, “femmine che combattono e maschi che presidiano il focolare domestico” (pag. 214) e poco oltre, a pagina 217, si concepisce il ritiro sociale come “un’urgente automedicazione necessaria a sviluppare il rischio di una psicosi”. Pensiero affine a quello di Donald Kalshed sui meccanismi di incapsulamento psichico innescati dai traumi psichici. Alcuni dei miei pazienti sono adolescenti ritirati dal mondo o a rischio di ritiro. Talvolta, nei loro racconti, riecheggia il mito di Zeus bambino, custodito in una grotta, sul monte Dikte, al riparo dalla furia del padre Crono. Concordo con la considerazione che uno dei punti nodali sia il coinvolgimento del padre, come per un riassestamento del triangolo edipico.

[Valentino Franchitti]